sabato 27 agosto 2011

Studio veterinario di perugia risponde male!

Una ragazza ha scritto alla mia mail per avere informazioni sulle sue cavie:
ecco la mail:
buongiorno, sono una ragazza di reggio emilia, posseggo due cavie fratello e sorella che hanno circa un mese e mezzo.
sono appassionata di porcellini d'india, sono informata, anche se alcune fonti sono poco veritiere e non ho mai avuto due esemplari di sesso opposto; vorrei quindi avere informazioni attendibili riguardo alle seguenti domande:

1) a che età i due esemplari raggiungono la maturità sessuale?
2) c'è una possibilità che si accoppino nonostante la consanguineità? in caso positivo, che sarebbe una soddisfazione ma anche una paura, cosa succederebbe? quali inconvenienti e rischi ci sono? come dovrei comportarmi con i piccoli?
3) detto che, le mie cavie vivono in condizioni di vita soddisfacenti, quali ulteriori accorgimenti dovrei dedicargli riguardo alle abitudini, luogo e alimentazione? sono ancora giovani quindi potrei modificare facilmente alcuni parametri.

aspetto una risposta, grazie della collaborazione,
un saluto da una vera appassionata di animali

Mi sto mettendo in contatto con la veterinaria per una risposta esaustiva ma ecco cosa ha ricevuto via mail da uno studio di veterinari che non consiglio a nessuno visto il modo:

Vi allego mail:
Buongiorno,
di chi saresti una nuova cliente, visto che hai scritto ad un bel numero di veterinari?
A Reggio Emiliaci sono validissimi colleghi che si interessano di esotici, prova a cercarli e prendi UN APPUNTAMENTO con loro per una visita delle tue caviette.
Cordialità
Ometto il nome e Vi dico che è di Perugia.
Il mio blog non cerca clienti non vuole essere al di sopra di nessuno, non sono una veterinaria anche se chiedo consigli mah!
Perchè rispondere così a questa ragazza?

martedì 26 luglio 2011

Turbo e l'ernia discale!

Turbo è da 1 anno il 26 dicembre 2010 che non si ammala più di ernia discale. Un anno senza malattia è un record da quando nel 2008 ha avuto la prima e dopo 4 in un anno!
Siamo entrati nella casistica degli sfigati...così ci definiva il veterinario un anno fa per l'appunto.
Questa malattia è come l'ernia alla colonna vertebrale che abbiamo noi uomini ma noi la curiamo con del cortisone e non la operiamo quasi mai perchè si è visto che con l'approccio farmacologico la cosa si risolve.
Per i cani è diverso, si paralizzano e se non operati entro breve avranno per sempre perso l'uso delle gambe, quelle posteriori ma rari casi (la seconda ernia di Turbo) anche l'uso dei quattro arti.
Solo ripensando a tutto il calvario del mio cagnolino ma di tutta la mia famiglia mi vengono i brividi ancora oggi.
A Tiziano (papà di Turbo) vengono alla mente maggiormente i soldi spesi per ogni operazione....
Vi racconterò tutto anche del prezioso aiuto che Mattia mio figlio di 3 anni allora mi dava mentre cateterizzavo (infilavo un tubicino nel pene per farlo urinare)il suo amico a quattro zampe!
Questa come vi ho preannunciato è una storia a lieto fine...Turbo ha un'andatura non proprio lineare ma vive bene la sua vita...corre un po' meno ma ci vuole bene e noi a lui!

Vediamo ora in termini medici di cosa si tratta:

La colonna vertebrale è formata da vertebre e tra queste i dischi intervertebrali che sono dei cilindretti elastici formati da un nucleo polposo centrale e un anello fibroso esterno e hanno un ruolo basilare nel far sì che la colonna si possa flettere. La colonna vertebrale accoglie e protegge il midollo spinale.

Per ernia del disco si intende la fuoriuscita di materiale del nucleo polposo attraverso l'anello fibroso che va a comprimere il midollo spinale.

L’ernia del disco è una patologia del disco intervertebrale che appartiene alla categoria delle malattie degenerative e consiste nello spostamento di materiale discale dalla posizione fisiologica tra due corpi vertebrali verso il canale dove alloggia il midollo spinale.

Le ernie del disco vengono classificate in due gruppi:

Le protrusioni hanno un’incidenza diffusa in tutte le razze con predisposizione solo per animali adulti/anziani di media o grossa taglia e con anamnesi di discreta attività fisica, sono malattie ad evoluzione cronica e spesso colpiscono più dischi di una colonna;
le estrusioni colpiscono prevalentemente cani condrodistrofici, es. Bassotti, Bulldog, Carlino, Pechinese, tutti giovani adulti dai 2 ai 7 anni ed hanno esordio acuto.
Turbo è un meticcio e tra i suoi avi di sicuro c'era un bassotto e nel 2008 aveva 6 anni.
Circa il 2% della popolazione canina risulta affetta da questa patologia e le razze condrodistrofiche (bassotti, pechinesi, barboncini, lhasaapso ecc.) hanno mostrato una netta predisposizione.
Dal punto di vista clinico i sintomi sono più o meno gravi e dipendono dalla sede della lesione e dalla sua gravità che a sua volta è funzione di quanto il disco si è spostato e dalla forza dello spostamento. Gli animali colpiti possono presentare : dolore, tipico delle estrusioni, ed in conseguenza di questo gli atteggiamenti antalgici come testa bassa, cifosi e riluttanza al movimento; alterazioni della deambulazione con atassia, paresi fino alla paralisi; difficoltà alla minzione per paralisi della vescica ed alterazione della defecazione per ano beante.
La diagnosi viene effettuata attraverso una prima visita clinica ed un esame clinico neurologico; gli esami del sangue consentono di escludere malattie neurologiche di tipo metabolico. Stabilito che si tratta di un problema neurologico imputabile ad un danno midollare sono necessari esami radiografici per la localizzazione precisa della lesione: le radiografie senza mezzo di contrasto consentono di verificare che non ci siano lesioni alle vertebre mentre il midollo verrà esaminato eseguendo delle radiografie con il cane in anestesia generale e con mezzo di contrasto che viene inoculato nel canale vertebrale (mielografia) mentre esami più specifici dei singoli segmenti midollari possono essere effettuati con risonanza magnetica o TAC.
Ricordo il costo di 800 euro solo per fare la risonanza e ricordo bene il pianto nel vedere il mio cagnolino steso lateralmente, incosciente, intubato dopo la risonanza pronto per operarlo.

La terapia può essere conservativa o chirurgica secondo il caso.

Nelle forme in cui è indicata la terapia conservativa è necessario il riposo assoluto del cane che non deve assolutamente mettere sotto stress la colonna e questo vuole dire evitare scale o singoli gradini, evitare che salti su letti o divani, evitare che si metta sulle due zampe posteriori per salutarci e l’unico modo per ottenerlo è, ahimè, confinare il nostro cane in un trasportino o gabbia facendolo uscire solo per fare i bisogni e questo per un periodo di tre settimane affinché cicatrizzi il punto di rottura attraverso cui si è spostato il disco.
Nei casi in cui è d’obbligo la chirurgia questa sarà eseguita per asportare il materiale discale e rimuovere la compressione.
Per la prognosi di queste malattie è fondamentale la tempestività del riconoscimento del problema soprattutto nelle forme croniche e portare dal veterinario il cane non appena notiamo qualcosa di anormale.
Ricorso che un dolore improvviso al collo o alla schiena, specialmente se accompagnato a debolezza degli arti e riluttanza a muoversi, è da considerarsi un'emergenza. Spesso questi sintomi sono accompagnati o preceduti da dolori addominali più o meno marcati. In questa fase è sconsigliato somministrare analgesici o antinfiammatori che, alleviando il dolore, facilitano i movimenti della colonna e con essi la fuoriuscita ulteriore del materiale discale.
Tenete il vostro cane più fermo possibile.

venerdì 13 maggio 2011

Alcune frasi celebri

C'è nell'uomo un soffio,uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio.Gli animali non ne sono privi
Giovanni Paolo secondo.

Il cane non è "quasi umano" e non conosco peggiore insulto alla razza canina che descriverlo così
John Holmes

Dimmi che cane hai e ti dirò chi sei

Un cane medio è una persona migliore rispetto alla media delle persone
Andy Rooney

Il sorriso di un cane stà nella sua coda
Victor Hugo

La fedeltà di un cane è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell'amicizia con un essere umano.
Konrad Lorenz

giovedì 17 marzo 2011

Vacciniamo il nostro gattino

Ci sono molte malattie che possiamo evitare al nostro gatto vaccinandolo.
Prima di procedere si valutano:
 l'età e la razza del gatto_Se il gattino è stato svezzato prematuramente, quando compie 9 settimane andrà vaccinato contro Panleucopenia, Rinotracheite e Calicivirosi,
_Se ha più di 3 mesi quando arriva a casa si potrà immunizzare contro un maggior numero di malattie nello stesso vaccino._
 Le razze brachicefale, come la razza Persa, avendo il muso schiacciato, sono più soggette ad essere affette da Rinotracheite e Calicivirosi, questi esemplari vanno quindi vaccinati soprattutto contro queste malattie virali.

Stato immunitario del gatto. Se il gattino veniva ancora allattato dalla mamma quando lo abbiamo preso, dovremo aspettare alcune settimane (2-3) prima di vaccinarlo per evitare che gli anticorpi del vaccino si sovrappongano a quelli forniti dal latte materno, così annullando l'effetto di entrambi e facendo rimanere il gattino senza protezione. Dovremo inoltre controllare lo stato immunitario della madre, vale a dire se è stata correttamente ta e sverminata, perché questo influenzerà sulle difese del gattino. Se il gattino (e la madre) è ben alimentato ed il peso corporale è quello corretto, è più probabile che lo stato immunitario sia in buone condizioni e che, se dovesse essere necessario, sarà in grado di far fronte a infezioni virali o batteriche.

Aree geografica dove vive il gatto. Determinate aree geografiche presenvaccinatano una maggior prevalenza di malattie come Panleucopenia e Leucemia. Nelle zone rurali, dove non tutti gli animali vengono vaccinati in modo adeguato, o in zone dove troviamo gatti selvatici, il rischio di contagio di malattie virali è maggiore e la vaccinazione deve essere completa. In base alla situazione il veterinario ci darà le indicazioni da seguire.

Abitudini del gatto
Attenzione a non far incontrare il nostro gattino con quelli randagi perché iquest' ultimi tendono ad essere portatori di virus (Leucemia, PIF, FIV,...) che trasmettono attraverso la saliva, il sangue

A grandi linee consigliamo il seguente calendario :

  • A 9 settimane di vita si consigliano i vaccini per Panleucopenia, Rinotracheite, Calicivirosi+ Leucemia
  • A 12 settimane di vita si consigliano i vaccini per Panleucopenia, Rinotracheite, Calicivirosi+ Leucemia e Clamidiosi
  • A 16 settimane di vita si consiglia il vaccino per PIF
  • A 20 settimane di vita si consiglia il vaccino per Rabbia se andate all'estero o vivete in zone dove è consigliato
Alla prima iniezione (sottocutanea o intramuscolare) seguono di solito uno o due richiami, distanziati l’uno dall’altro da circa tre settimane d’intervallo. Verso gli 11-12 settimane di vita è consigliabile un richiamo generale. Terminato il ciclo è opportuno ripetere una volta all’anno il richiamo al fine di mantenere sempre all’erta il sistema immunitario.
Tutte le iniezioni vengono annotate dal veterinario sul libretto sanitario con l’indicazione della data pro-memoria per il richiamo successivo.

Prima di tutto è importante sottoporre il nostro gatto ad una attenta visita clinica che determini lo stato di salute. Un soggetto che al momento della vaccinazione non in piena forma, non solo non produrrà una difesa immunitaria sufficiente a proteggerlo, ma potrebbe avere un peggioramento dello stato di salute da stress vaccinale. . Se il gattino vive con altri gatti, ad esempio perché partecipa ai concorsi o perché vive in allevamenti, sarà più soggetto a contrarre malattie virali e avrà quindi bisogno di un programma vaccinale completo.

lunedì 7 marzo 2011

GATTI un po' di storia!

Eh! Si per voi che avete gatti ho dovuto fare una ricerca,andare in biblioteca ed eccomi qui a scrivervi alcune notizie storiche riguardanti i vostri amici gatti!
Io non li amo particolarmente come animali perchè meno affettuosi dei cani ma ne ho avute tre "Bogengo" "Perla" "Sole" tutte femmine, tutte abbandonate davanti casa mia tutte cucciole cresciute,amate,sfamate,coccolate...a loro dedico questo post!

Secondo recenti ricerche, il gatto domestico è una sottospecie di quello selvatico (Felis Silvestris) dal quale si è probabilmente discostato 130000 anni fa.
L'addomesticamento avrebbe avuto origine lontana nella storia, risalendo all'incirca tra gli 8000 e i 10000 anni fa nel neolitico nella regione della "Mezza luna fertile". L'epoca che corrisponde agli inizi della coltura dei cereali e all'immagazzinamento di riserve suscettibili di essere attaccate dai roditori. È difficile determinare più precisamente la data di addomesticamento visto che i gatti domestici si differenziano poco da quelli selvatici e dunque non se ne possono riconoscere i resti archeologici.
Nell'antico Egitto il gatto era considerato un animale sacro.La prima prova del rapporto uomo-gatto è rappresentata dai dipinti funerari egizi, 2600 a.c.
Tutte le testimonianze ci fanno intuire che il gatto se la passava veramente bene, la sua capacità di proteggere i granai era molto apprezzata ed in seguito venne considerato, grazie ai suoi magnifici occhi, come manifestazione terrena di importanti divinità, per questo fu consacrato prima alla dea Iside poi a Bast (la dea gatto) quindi venerato, coccolato, nutrito con cibi raffinati e ornato con pietre preziose. Chi osava ucciderlo rischiava molto, era prevista la pena di morte. 
 Quando abbandonava la vita terrena veniva addirittura imbalsamato e sepolto come una persona! Intorno al 1850 fu scoperto un cimitero che ospitava oltre 3000 mummie
Alla sua morte, la famiglia che lo ospitava doveva radersi le sopraciglia in segno di lutto e doveva seppellirlo con tutti gli onori in appositi cimiteri.

L'esportazione dei gatti dall'Egitto era punita severamente.
Ciò paradossalmente ne favorì la diffusione grazie ai fenici che lo contrabbandarono per venderlo a ricche famiglie nel mediterraneo.
Venne portato in Europa dai romani e qui si incrociò con il gatto selvatico nordico, più robusto.
Seguendo le rotte commerciali, il gatto si diffuse poi presso i romani ed i greci che se ne servirono in particolare per difendere i granai dai topi; attraverso l'Egitto si diffuse anche nei Paesi arabi dove in poco tempo rubò la scena al "sacro" cavallo.
Anche Maometto aveva la sua gatta, Muezza, e si narra che un giorno, pur di non disturbarla mentre dormiva accanto a lui, preferì tagliarsi la manica del vestito.

Il Medioevo fu il periodo più brutto per il gatto, quelle caratteristiche particolari che lo avevano portato ad essere venerato ora venivano interpretate come demoniache, quindi finiva spesso al rogo insieme alle streghe. Di questo periodo è la superstizione relativa al gatto porta sfortuna, infatti, sopratutto se nero, si riteneva fosse l'impersonificazione di Belzebù. In Europa tra il 1200 ed il 1600 i gatti erano considerati l'incarnazione del demonio a causa della loro indole misteriosa e delle loro abitudini notturne e vennero perseguitati.
Nella notte di San Giovanni nelle piazze venivano bruciati vivi centinaia di gatti rinchiusi in ceste insieme alle donne accusate di stregoneria.
Sono di questo periodo le tremende epidemie di peste, favorite, unitamente ad altre tremende malattie, dal proliferare dei topi e dalle scarse condizioni igieniche portatori del morbo.
Il riscatto cominciò intorno al 1800, quando torno ad essere un animale da compagnia e
furono organizzate le prime esposizioni, per essere precisi la prima fu organizzata a Londra il 13/07/1871.
 In Asia è sempre stato considerato un sinonimo di fortuna.

mercoledì 2 marzo 2011

Con i vaccini si prevengono queste malattie





Tutto sulle vaccinazioni lo trovate sul post http://caniedopo.blogspot.com vaccinazioni obbligatorie e non dove descrivo le malattie per cui lo vaccinate. 



1. Parvovirosi


La Parvovirosi o gastroenterite emorragica infettiva è una malattia a rapida insorgenza accompagnata a febbre, dolore addominale, vomito a contenuto ematico e diarrea sanguinolenta che porta in breve a disidratazione e morte nei casi gravi. Ai segni gastroenterici possono unirsi quelli respiratori dovuti ad un interessamento del miocardio. La sindrome cardiaca, alle volte, costituisce l'unico quadro clinico della malattia nei neonati e nei giovanissimi e si conclude con la morte improvvisa senza sintomi premonitori. Il virus, eliminato dagli animali infetti, possiede un'elevata resistenza nell'ambiente (temperatura, pH acido, disinfettanti), rendendo la malattia altamente contagiosa. Per questa ragione l'unica misura preventiva risulta la vaccinazione, spesso praticata precocemente (sei settimane).


2. Cimurro

l Cimurro è provocato da un virus che colpisce più apparati ed in particolare l'apparato respiratorio, il sistema nervoso e l'apparato gastroenterico. Esiste una grande variabilità nella durata e nella gravità delle manifestazioni cliniche. Si può andare dall'assenza di sintomi a una malattia grave con o senza coinvolgimento del SNC, che si accompagna nel 50% dei casi alla morte. Crisi epilettiche e mioclonie con iperestesia e depressione predominano in caso di coinvolgimento della sostanza grigia (evoluzione acuta); atassia, paresi, paralisi e tremori muscolari sono associati al coinvolgimento della sostanza bianca (evoluzione subacuta). La terapia è sintomatica e l'unico approccio efficace per la profilassi del cimurro è la vaccinazione.

3. Epatite infettiva

L'Epatite infettiva è una malattia virale che colpisce il fegato, ma non ha nulla in comune con l'epatite virale dell'uomo che è sostenuta da altri agenti infettivi. L'infezione trasmessa per via orale determina, dopo un periodo di incubazione (2 - 5 giorni), una profonda depressione, anoressia, vomito, dolori colici e febbre oltre i 40°C. La prognosi è infausta nella forma acuta e riservata nella forma dell'insufficienza epatica cronica.

4. Tracheobronchite infettiva

La Tracheobronchite infettiva o tosse dei canili è una malattia che viene provocata da più agenti infettivi (adenovirus canino 2, parainfluenza, herpes virus, etc.) e che può determinare gravi forme di broncopolmonite o fastidiose epidemie di tosse. La malattia è caratterizzata da esordio improvviso, tonsillite, scolo nasale, tosse e febbre. Poiché nel determinismo della malattia risultano spesso coinvolti agenti responsabili d'infezioni secondarie, l'uso di antibiotici e chemioterapici può costituire un valido ausilio al fine di ridurre la gravità dei sintomi.

5. Piroplasmosi canina

La Piroplasmosi canina è una malattia protozoaria, sostenuta da Babesia canis, trasmessa da zecche infette che determina la distruzione dei globuli rossi e gravi reazioni di tipo immunitario. Tutto ciò comporta una forte anemia seguita da ittero facilmente apprezzabili sulle mucose apparenti. Possono manifestarsi disturbi del sistema nervoso centrale e lesioni dei nervi periferici con fenomeni di paraplegia accompagnati da dolore e difficoltà di movimento. Come profilassi bisogna evitare di condurre i cani nelle zone infestate da zecche e quantomeno usare prodotti antiparassitari e/o repellenti. Esiste, la possibilità di praticare una vaccinazione preventiva.

6. Rabbia e Leptospirosi

La Rabbia e la Leptospirosi costituiscono a tutt'oggi due malattie infettive a carattere zoonosico (cioè trasmissibili dall'animale all'uomo) e come tali da considerarsi di specifica attinenza dell'attività di sanità pubblica veterinaria. La rabbia è una malattia virale in continua evoluzione in considerazione del fatto che in talune zone settentrionali del nostro paese è ricomparsa la cosi detta rabbia silvestre e quella dei chirotteri (pipistrelli). La volpe quindi, seguita da alcuni mustelidi (tassi, faine e martore), rappresenta un serbatoio del virus. E' questo un virus labile ossia poco resistente nell'ambiente per cui il contagio tra un soggetto infetto e uno recettivo si realizza soprattutto, ma non necessariamente, attraverso morsicature. Tutte le specie animali a sangue caldo sono soggette all'infezione, sebbene per ogni specie esista una sensibilità particolare. Attualmente la vaccinazione dei cani con vaccini inattivati e delle volpi con vaccini per via orale rappresenta l'unico mezzo a disposizione capace di prevenire la malattia. La leptospirosi è una malattia batterica frequente nei cani in tutto il mondo causata dalle spirochete (L. canicola e L. icterohaemorrhagiae). L'infezione si verifica sia direttamente per contatto con l'urina sia indirettamente con l'acqua od il suolo contaminati dagli animali escretori di leptospire (topi, ratti e cani). L'infezione si manifesta attraverso la penetrazione della cute o delle mucose da parte delle spirochete. Anche in questo caso la vaccinazione dei cani con vaccini inattivati rappresenta l'unico mezzo a disposizione capace di prevenire la malattia. Per un sempre più diffuso turismo, anche canino, le vaccinazioni assumono un ruolo ancora maggiore di quello che avevano in passato. Ciò è diventato ancora più importante in seguito alla libera circolazione intracomunitaria degli animali da compagnia.



http://caniedopo.blogspot.com/2011/03/vaccinazioni-obbligatorie-e-non.html